martedì 28 luglio 2009

Prima di salutarci....

Voglio lasciarvi con una classifica dei brani attualmente più ballati nei locali della Calabria e non...una classifica quanto più obiettiva possibile, le cui posizioni sono un misto di "gusto personale" e "potenza di aggregazione del brano"...

Ecco la HIT CHART di LAITHAUS DJ:


1)Desaparecidos - Fiesta Loca
2)Pitbull - I Know You Want Me
3)Javi Mula - Come on
4)Spankers - Sex on the beach (paolo ortelli and degree extended mix)
5)Cidinho & Doca - Rap das armas (Lucana club mix)
6)Bob Sinclar ft. Sugarhill gang - Lala song (extended version)
7)R.I.O. - After The Love (Original Mix)
8)Fedde Le Grand feat. Mitch Crown - Scared Of Me (Extended Mix)
9)David Guetta feat. Kelly Rowland - When Love Takes Over (Laidback Luke Remix)
10)Laurent Wolf Feat. Eric Carter - Explosion (Club Mix)
11)Axwell, Ingrosso, Angello, Laidback Luke - Leave The World Behind
12)2 Someone - Love me (lanfranchi and marchesini remix)
13)Maurizio Gubellini - Insane
14)Sgt Slick & Rob Pix feat. Bright White - Behind The Sun (Cristian Marchi Perfect Mix)
15)Juan Magan Feat. Bodytalk - Akordeon De La Vida (Marcos Rodriguez & Josepo Mix)
16)Bacon Popper - Free 2009 (Mat's rmx)
17)Guru Josh Project - How Does It Feel (Club Edit)
18)Max Moroldo, Frankie Gada, L.e.s. - Aqua Marina (LES & Frankie Gada Dream Extended Mix)
19)Steve Angello - Isabel (Original Mix)
20)Max Zotti - Shiver
21)Nari & Milani Feat. Max C - Disco Nuff (Cristian Marchi Perfect Remix)
22)Marchesini farina ft. max b - Majestade real (trompeta mix)
23)Cristian Marchi feat Dot Comma - Disco Strobe (Cristian_Marchi Perfect mix)
24)Sunrider - The bomb (Electro Mix)
25)Lanfranchi & Marchesini - Boys & Girls
26)Mattara - Dream of my life (Andrea t. mendoza vs. mattara extended)
27)Sagi Rei - L'Amour Toujours Samuele Sartini bootleg mix
28)Molella - Be my queen
29)Marchi's Flow Vs Love Feat Miss Tia - Feel The Love (Cristian Marchi Main Extended Mix)
30)Alex Gaudino & Steve edwards - Take me down (to the water) gaudino and rooney original mix
31)Juan Magan - Mariah (Original Extended Mix)
32)Cunnie Williams Ft Monie Love - Saturday 2009 (Alex Gaudino & Jason Rooney Remix)
33)2 Brothers on the 4th Floor - Dreams (Alex dubbing dub mix)
34)Sam-Project - Love shine
35)Alex Guesta - We'll Be Free (Alex Guesta Club Mix)
36)Stylus Robb and Mattias - Wow (original mix)
37)Nicola Fasano vs. Outwork feat. Mr. Gee - Elektro Fasano South Beach remix
38)Chocolate Puma & Bingo Players - Disco Electrique (Revisited Mix)
39)Daddy's Groove-Bleeding Heart (Club Vocal Mix)
40)Fedo feat Ask - Gipsy Fedo Mora main mix
41)Jean Claude Ades & hard rock sofa - Spanish harlem club mix
42)Inna - Hot (Club Version by Play & Win)
43)Spit - Your freedom
44)Global Deejays Feat Rozalla - Everybody's Free (2009 Club Mix)
45)Alex Elle & Mirco Berti - Tan Gold (Truca Mix)
46)Laera - Odissea Mediterranea (Original Mix)
47)Mla - applaud and laugh (original mix)
48)Guesta & Pain - Voices
49)Dave Darell And Hifi - Flash 2.9 (Dave Darell Mix)

50)MPG - Gulls



Auguro a tutti voi una buona estate, all'insegna del divertimento, del ritmo e, ovviamente, del SOUND!!!

Vostro
Laithaus DJ


venerdì 24 luglio 2009

Vis Musicae, con Tommaso nel cuore.

Tra poco meno di due mesi, e precisamente il 13 settembre, saranno passato 2 anni da quando il Professor Tommaso Russo ci ha lasciato.



Questo era il Prof. Gambarara che ricordava Tommaso nel covegno tenuto a Siena 10 giorni dopo la sua scomparsa.

Oggi Vis Musicae vuole ricordare colui che fece tanto per la lingua di segni in italia. Voglio ricordare a tutti, anche a chi non ha potuto conoscere il professor Russo, quello che ha fatto per la Lis.

1995 - Nomi Propri e individuazione. Peirce, Wittgenstein, Lévi-Strauss e alcune
teorie linguistiche contemporanee.

1997 - “I nomi propri nella LIS, ovvero i segni nome”, in "LIS: Studi esperienze e ricerche sulla Lingua dei Segni in Italia".

1997 - "Segni nome e identità culturale nella comunità sorda in Italia", in "Cultura del gesto e cultura della parola. Viaggio antropologico nel mondo dei sordi".

1997 - "Iconicità e metafora nella LIS". In "Filosofia del Linguaggio. Teoria e Storia"

1998 - "Iconicity and metaphors in Italian Sign Language poetry: the functional shift from phonological to morphological values of sign parameters elements”.

1999 - “Italian Sign Language (LIS): text corpora and notation systems”.

2000 - "Immagini e metafore nelle lingue parlate e segnate. Modelli semiotici e applicazioni alla LIS (Lingua Italiana dei Segni)".

2000 - “Senso e coscienza dei sensi. Alcune riflessioni sulle Lingue dei Segni”.

2000 - “Segni nome ed identità personale nella LIS”.

2000 - “Presentazione”.

2000 - “Sintesi delle poesie”.

2000 - “The crosslinguistic study of poetical texts in signed and vocal languages: productivity, redundancy and form-function relations in a LIS (Italian Sign Language) poem”.

2001 - “Italian Sign Language (LIS) poetry: iconic properties and structural regularities”.

2001 - "Sordità e cieco-sordità: teorie e stato dell’arte”.

2002 - “Musica visiva in Lingua Italiana dei Segni: invito alla scoperta di un universo poetico sconosciuto”.

2002 - "Linguaggio e percezione Le basi sensoriali della comunicazione linguistica".

2002 - “Antinorma poetica, ritmo e metafora: tra lingue dei segni e lingue vocali”.

2002 - “Sintesi delle poesie”.

2002 - “Sistemi antroponimici e identità personale: appunti sulla semantica dei nomi propri di persona”.

2002 - “Nomi Propri”.

2002 - “La specie simbolica”.

2003 - “Metafore come ipoicone nelle lingue dei segni e nelle lingue vocali”.

2003 - “Metafore e comprensione tra segni, gesti e parole.

2003 - "Sensi individuali e significati condivisi: patologie sensoriali, gioco simbolico e discorso autofasico”.

2004 - La mappa poggiata sull’isola. Iconicità e metafora nelle lingue dei segni e nelle lingue vocali.

2004 - “Iconicity and Productivity in Sign Language Discourse: an analysis of three LIS discourse registers”.

2004 - “Come è fatta una lingua dei segni”.

2005 - “Metafore come ipoicone. La dimensione iconica delle metafore nelle lingue vocali e nelle lingue dei segni”.

2005 - «Comment on “Children Creating Core Properties of Language: Evidence from an Emerging Sign Language in Nicaragua»”.

2005 - “Patologie dello sviluppo cognitivo e comunicativo”.

2005 - “Stereotipia e sintassi substandard nella scrittura degli adolescenti italiani: un confronto tra le strategie testuali e sintattiche di sordi ed udenti romani”.

2005 - A Crosslinguistic, Cross-cultural Analisys of Metaphors in Two Italian Sign Language (LIS) Registers”.

2005 - “Un lessico di frequenza della LIS”.

2005 - “Formazione di parole visivo-gestuali e classi grammaticali nella Lingua dei Segni Italiana (LIS): dati disponibili e questioni aperte”.

2005 - “Language and Hegemony in Gramsci”.

2006 - “Recensione di: Tullio De Mauro, traduzione, introduzione e note a F. De Saussure, Scritti inediti di linguistica generale, Roma-Bari: Laterza, 2005”.

2006 - “Linguaggio rituale e divinazione”. «Forme di Vita».

2006 - “F. de Saussure, Scritti inediti di linguistica generale".

2006 - “Representing signed languages in written form: questions that need to be posed”.

2006 - “Metaphors and blending in LIS (Italian Sign Language) discourse: a window on the interaction of language and thought”.

2007 - “OGM e stampa italiana (2003-2005

2007 - "Le Lingue dei Segni. Storia e Semiotica".

2007 - “Catastrofe e ironia”.

2007 - “L’ontogenesi come Philosophia prima”

2007 - “Sulla formatività del segno linguistico nello scritto saussuriano De l’essence double du langage”.

2007 - “Impliciti e intenzionalità. La dimensione intersoggettiva dell’intenzionalità nel discorso frammentato o reticente”.

2008 - “Diagrammatic and Imagic Iconicity in Verbal and Signed Languages”.

2008 - "Dimensions of gesture".

2008 - “Metaphors in Sign Languages and in Co-verbal Gesturing”.

2008 - “Asymétries du signe: outils, gestes, mots/signes”.

2008 - “Ironia: emozioni e orizzonte di coscienza”.


Come leggerte Tommaso ha studiato e scritto molto, e p chi è dell'ambito ha fatto davvero tanto. Perciò ti ringraziamo Tommaso.

Vorrei anche "Indicarvi" un lin ad un video-dizoario LIS. Molto utile.

Il microfono...e sua sorella, la cuffia

Il primo è il veicolo di comunicazione tra la voce del parlante e il popolo della notte, che non aspetta che un cenno del vocalist per dare sfogo alle proprie passioni, energie, sentimenti ed emozioni.
La seconda è quella che, attaccata al mixer, crea una dimensione in cui il dj si isola e in cui la sua unica compagna è la musica. E' di questo, in fondo, che viviamo noi dj: musica ed emozioni.
Il microfono dà vita ad un'arte: quella di trasmettere con la voce. Una vera e propria voc-azione, e il gioco di parole non è a caso. E' un'azione che viene compiuta per mezzo della voce, questo è vero. Ma in primo luogo essa deve nascere da dentro, da quello che si prova realmente, dalla voglia che si possiede nel generare impulsi e voglia di divertirsi nella gente che popola le dancefloors.
La cuffia è colei la quale rende il suono l'unico ideale di vita; quando preascoltiamo un pezzo prima di metterlo in battuta con l'altro abbiamo in anteprima tutto quello che avverrà 5 minuti dopo: la cosa più bella è che siamo solo noi che sappiamo quale sarà il prossimo pezzo!! Gli ascoltatori più attenti riconosceranno, magari, il pezzo al primo colpo di cassa (così come faccio quando non sono io a stare dietro la consolle, ma in pista) ma, al di fuori del dj, non c'è nessun altro che sa (o perlomeno si aspetta) che cosa avverrà più tardi: il suono in cuffia, infatti, è all'oscuro della pista fino a quando il cursore del volume non sarà alzato. E' solo in quel momento, infatti che avviene il "passaggio" da un disco all'altro, da un'emozione all'altra, da una storia all'altra.


lunedì 20 luglio 2009

Many, Many, Many more...

Siete mai stati in una discoteca? Vi siete mai resi conto di quante belle cose ci sono? C'è un deejay, un vocalist, delle ballerine se entrate in un locale molto noto e frequentato, una marea di persone che si divertono come voi, un bell'impianto audio e una consolle, strutturati con le caratteristiche di cui vi ho parlato nei post precedenti. E in più?Molto. Ma veramente molto. Per prima cosa, gli impianti luci. Avete presenti tutti quegli effetti luminosi che vi sparaflesciano il cervello mentre ballate?Esattamente quelli!

La luce da discoteca per eccellenza è quella stroboscopica. Stiamo parlando di quella lampada che manda impulsi luminosi molto potenti ad intermittenza (solitamente di colore bianco). Molto più costose e varie sono, invece, le teste mobili: collegate tramite una centralina, sono dei proiettori attaccati a uno o due bracci in grado di proiettare diversi effetti luminosi ruotando nell'arco dei 360 gradi a velocità considerevoli. Tra le migliori marche da segnalare Proel, JBSystem e Martin. Un'ottima alternativa alla testa mobile è lo scanner, che può però diventare anche un'ottima spalla alla prima se si parla di un locale di dimensioni un pò più grandi. Lo scanner è un proiettore dotato di uno specchio su cui viene indirizzato il fascio, che si muove gereralmente destra-sinistra alto-basso per 170 gradi circa. Anche questi si servono di una centralina per il loro funzionamento. Di solito, al momento dell'acquisto, ci si orienta sugli scanner perchè più economici: essi, infatti, oscillano tra i 150 e i 1000 euro di costo, mentre le teste mobili tra i 400 e i 3000. La differenza di prezzo non è un caso per due motivi: le teste mobili sono in grado di ottenere un effetto scenografico molto migliore e poi ricoprono uno spazio maggiore, in quanto ruotano a 360 gradi.

Un'altro oggetto molto presente nelle dancefloors è la macchina per fumo. L'unica che in discoteca può trasgredire senza rischio alcuno il tanto temuto "VIETATO FUMARE" (che figurati se nei locali della nostra Calabria viene rispettato, mentre al Nord in molti casi ti cacciano a calci nel sedere). Attraverso un apposito liquido essa è in grado di creare del fumo che viene a creare un'atmosfera rarefatta ma, a volte, anche un pò pericolosa per chi ha gli occhi molto sensibili. Ma, soprattutto, quello di cui non ho ancora parlato è lui, il re della serata, l'oggetto attraverso il quale la voce diventa la padrona della notte: il microfono. E allora, perchè non dedicare un post solo a lui?

venerdì 17 luglio 2009

Piccola digressione...

13 e 46 del 17 Luglio 2009: in questo momento il mio hi-fi passa gli Stratovarius con "Kill The King". Chi sono? Semplicemente uno dei gruppi power-metal più conosciuti della storia del rock. Li sto ascoltando perchè nel momento in cui vi scrivo sono decisamente nervoso. E spesso ascolto questo genere musicale quando sono in preda alla collera.

Oggi mi hanno fatto alquanto incavolare.
Ma Lei c'è sempre: la musica, unica e fedele compagna di vita, in qualunque momento, non importa quale stato d'animo abbia preso possesso di te.
Questo è, per me, la musica. Ma non solo: probabilmente dire che è tutto non serve a rendere l'idea che ho di essa.

Da quando, alla tenera età di 2 anni, sono stato cresciuto a pane, Mina, Gianni Morandi, Adriano Celentano e Pooh, ho deciso che la musica sarebbe stata la mia passione più grande. Ben presto il mio interesse divenne così grande che il mio desiderio di ingurgitare più nozioni possibili riguardo tale mondo divenne sempre più irrefrenabile. Scoprii i grandi miti del pop e del rock, da Michael Jackson a Madonna, dai Queen agli Eagles ai Pink Floyd, passando per gli AC-DC, i Nirvana, I Beatles e i Rolling Stones.

All'età di 11 anni esplose la grande passione per la musica dance. Ricordo ancora le migliaia di lire spese per acquistare le vecchie compilation di Hit Mania Dance mixate da Mauro Miclini, di cui ancora ricordo a memoria la gran parte dei passaggi!! E soprattutto ricordo quando, credo a 13 anni, ho toccato per la prima volta i Technics SL-BD 22, gli storici piatti a cinghia di mio fratello. Da allora decisi che il DJ sarebbe stata la mia seconda identità: scelsi Laithaus come nome d'arte, quasi per rendere omaggio a mio fratello. Avevo trovato il Mr. Hyde da sostituire al mio Dr. Jeckyll di studente.

Ed ora, quando mi mancano 2 giorni per arrivare a 21 anni, cos'è la musica?

La musica è quando chiudo gli occhi e, ad ogni nota o ad ogni giro di chitarra o di pianoforte, immagino un mondo nel quale la mia mente viaggia senza ritorno fino alla fine del pezzo.
La musica è quando, nelle vittorie o nelle sconfitte, nella gioia o nella tristezza, in macchina o a casa, con gli amici o da solo, accendo il mio impianto e condivido ogni tipo di emozione che possa esistere.
La musica è quando indosso le mie cuffie o impugno il microfono ed entro nel mio mondo ideale, fatto di persone che non aspettano altro che il mio VIA per dare sfogo alla loro voglia di divertirsi, di saltare e di alzare le loro mani al cielo. E quello che verrà domani è sempre diverso, mentre il giorno precedente è un'altra storia da raccontare.

Ma soprattutto, la musica è quello che rimane una volta che tutto è spento, che le note finiscono, che le persone in pista sono andate tutte via per fare colazione. Come dice Gigi D'Agostino: "A volte, quando la musica finisce, rimango lì, ad ascoltare".

mercoledì 15 luglio 2009

Forse sono fuori dal tunnel !

Io la musica la preferisco quando la sento uscire direttamente da qui
A suo modo e a suo tempo è stata una tecnologia della musica.

Si pensi a quando nelle antiche tribù si produceva il suono colpendo le pietre con dei bastoncini di fortuna, oppure quando sono stati improvvisati i primi tamburi con pelli di animali.
Mi vengono in mente, per capirci, le tribù indigene.
Rispetto a tali culture, questi strumenti, curati in ogni loro dettaglio per ottimizzare il suono, sono o no tecnologia?
Se poi vogliamo proprio esagerare possiamo prendere in considerazione la
chitarra elettrica... Forse l'ultimo stadio
tecnologico che per ora ha
raggiunto la nostra vecchia chitarra ...che fa tanto Hippy

martedì 14 luglio 2009

...E adesso?CASSA!!!

Ed eccoci di nuovo a noi, cari amici del suono!

CDJ, piatti, mixer...ok, abbiamo snocciolato la parte riguardante la consolle, abbiamo mostrato la parte che è a contatto diretto con le mani sapienti del DJ!
Ma cosa dire sulla parte più "pesante", sull'impianto nel senso stretto del termine, su ciò che ci permette di ascoltare il suono e di stonarci le orecchie quando andiamo in discoteca?
Ebbene, in questo post vi parlerò delle casse; quelle di cui molti hanno paura, perchè hanno i timpani molto sensibili, oppure quelle verso cui molti accorrono per dare un connotato di devasto alle proprie serate.

In gergo tecnico, la cassa viene definita come un "diffusore acustico," e non è altro che un trasduttore (o un insieme di più apparecchi trasduttori) che converte il segnale acustico proveniente da un amplificatore.

All'interno della cassa vengono collocati degli altoparlanti, il cui cono può essere di variabile grandezza e potenza. Con il passare del tempo, i trasduttori vennero continuamente migliorati per permettere all'orecchio umano di avvertire tutti i tipi di frequenze possibili. Infatti, le casse possiedono più "vie", ovvero più trasduttori che riproducono più tipologie di suoni. Questi si dividono in:

- Subwoofer, che riproducono le frequenze basse e bassissime (solitamente al disotto dei 120 Hz);

- Woofer, che riproducono le frequenze medio-basse;

- Midrange (frequenze medie);

- Tweeter (frequenze alte o medio-alte);

- Supertweeter (molto rari, per le frequenze altissime).

Solitamente, il subwoofer costituisce un modello di cassa a sè stante; molto grande, con un cono enorme che riproduce frequenze potentissime.
Per quanto riguarda la cassa vera e propria, si privilegia il sistema a 2 vie (tweeter e woofer, rispettivamente per medio-alti e medio-bassi) o a 3 vie (tweeter, woofer e midrange). Più raro il sistema a 4 vie.

Parlando dell'amplificazione che permette di convertire il segnale elettrico in segnale acustico, esso può essere sia interno che esterno alla cassa, costituendo in questo caso un apparecchio a sè stante, da collegare alle casse e da bypassare successivamente su di un mixer.
Nel primo caso si parla di casse attive, nel secondo di casse passive. E' vero che in quest'ultimo caso si esercita, tramite il collegamento dell'amplificatore, un controllo più diretto, ma questo sistema è entrato ormai in disuso, sostituito dal più pratico e meno ingombrante utilizzo di casse attive.

E come sempre, dopo la descrizione tecnica, passiamo ad alcuni marchi molto noti nel settore.

Turbosound: modelli molto "pesanti", dai watt molto elevati, specializzate per un'ottimizzazione delle frequenz basse e medio-basse;




Montarbo: marchio italiano che garantisce ottima qualità, utilizzato nelle migliori discoteche di tutta Italia.

Wharfedale: garanzia di affidabilità ed alte prestazioni dall'Inghilterra. Solitamente ottime per quanto riguarda le prestazioni sui medio-alti, un pò meno sulle basse frequenze. Io possiedo una coppia di Wharfedale Pro da 300 watt in RMS (valore efficace, non di picco) e devo dire che mi trovo molto bene, dato che coprono uno spazio molto ampio, anche se per rendere il tutto più completo applico sempre un subwoofer a sostegno.

JBL: marchio inizialmente nota per i suoi noti successi nel settore auto ed hi-fi, ma ultimamente molto stimato anche a livello di discoteche.

FBT: da molti giudicato il miglior marchio al mondo nel settore delle casse, e questo sia per prestazioni che per resistenza ed affidabilità. Le mie Gold Line 25 picchiano ancora che è una bellezza dopo 14 anni di vita!

RCF: marchio noto non solo per la sua notevole affidabilità, ma anche per i suoi "sistemi", ovvero agglomerati di casse usati nelle live performances e nei concerti.

DB - Proel - Mackie: altri marchi molto noti nel settore, emergenti, prestanti ed a basso costo.

Insomma, l'imbarazzo della scelta è notevole. Il sound è pronto per essere scatenato, e nelle ore piccole i locali iniziano le loro battaglie a suon di watt.......


lunedì 13 luglio 2009

Consollllllle o cellulare?




E' una consolle o un cellulare? Aiutatemi, mi sono perso!

Il Disk Jockey, una storia lunga più di 100 anni.

Come ha inizio la storia del DJ?
Questa figura che allieta le nostre serate in discoteca, quando ha fatto la sua comparsa per la prima volta?
Secondo alcuni la nascita del DJ coincide con i primi esperimenti radiofonici, quando i pionieri delle trasmissioni via radio collegavano dei grammofoni a dei trasmettitori.
Ma in realtà l'inizio della figura del Dj risale all'apertura delle prime Discoteque in Francia Durante il dominio nazista. In questi luoghi venivano passati dischi di Jazz e Blues provenienti da oltreoceano. Occoreva una persona che selezionasse i dischi da passare e questa persona era il dj. C'è da dire però che il termine Dj venne coniato in America negli anni sessanta.All'inizio il compito del dj era semplicemente quello di mettere uno dopo l'altro i dischi (acquistati dal locale) ed effettuare avvisi con il microfono. Il dj di allora percepiva una retribuzione pari o inferiore a quella di un barista.Negli anni '70 arrivò la Saturday Night Fever, e la discomusic. Insieme alla discoteca, il DJ acquisì sempre più prestigio, diventando l'artefice della buona riuscita di un evento e della buona fama di un locale. Successivamente arrivarono i tempi del Loft e la discoteca divenne luogo di amore per la musica dove la gente entrava per lasciarsi trasportare dalle atmosfere create dal DJ. In Italia nel 1975 Miki del Ciak di Bologna fu il primo a far conoscere al pubblico il genere musicale americano con la sua grande capacità tecnica nel mixaggio paragonabile solo ai migliori DJ d'oltreoceano. Infatti, furono gli americani gli inventori del movimento House che dette il "la" a tutto un immenso filone di musica elettronica, prodotta dal DJ stesso. Da quel momento il dj assunse il ruolo di sperimentatore sonoro nonché di funambolo del mixaggio con l'introduzione del mix "in battuta", tecnica che consiste nel far combaciare perfettamente le battute di tempo di due dischi in sincronia. A metà degli anni '80 arrivò Carl Cox che fu uno dei pochi ad usare in una serata ben tre piatti, di cui due per mixare e uno per creare effetti, o inserire nella selezione delle versioni "a cappella" di canzoni per creare dei veri e propri remix dal vivo. Infine, negli anni novanta i DJ, ormai popolari, divennero gli idoli dei clubbers i quali presero a muoversi da una città all'altra o da un paese all'altro per seguire i loro DJ preferiti.

sabato 11 luglio 2009

Chi è il vocalist?

...E lo scrivono sui giornali che siamo una generazione di sconvolti, che non hanno più santi nè eroi. Ma se i santi sono loro, a noi non resta altro che fare i SUPER EROI...

MAD_BOB vocalist

Spulciando qua e là tra i blog ho trovato notizie interessanti, utili per tracciare meglio la figura di cui ora vi parlerò...
Negli ultimi 10 anni una nuova figura professionale si è fatta strada all'interno delle Consolle dei locali notturni di tutta Italia. Si tratta appunto del vocalist. Il Vocalist altro non è che un animatore, una figura che si occupa di creare e mantenere calda(ovviamente assieme e in simbiosi al Dj e la sua musica) l'atmosfera del locale, accompagnando per tutta la serata (o per meglio dire la nottata...) la gente che balla in pista o che siede ai tavoli a bordo pista con la sua voce, salutando i vari clienti e amici per gasarli e renderli
protagonisti, e incitando la clientela a lasciarsi andare al ritmo della musica.

Ormai il vocalist è considerato alla stregua del Dj un personaggio indispensabile alla riuscita di una bella serata. Ovviamente il lavoro del Vocalist non è tutto "rosa e fiori", ma ci sono anche tante responsabilità, perchè si ha in mano uno strumento molto potente a livello mediatico (il microfono) e quindi bisogna prestare molta attenzione a quello che si dice, perchè viene sentito chiaramente da tutti. Ovviamente il vocalist professionale deve evitare di fare riferimenti politici, razzisti e che possano influenzare qualcuno in qualche modo. Ancor piu responsabilità hanno quei vocalist che lavorano in diretta radio, in quei locali dove la serata viene trasmessa in onda su una radio locale o un network nazionale, perchè le persone che ascolteranno le sue parole saranno molte di piu...

SI PUò CHIAMARE CELLULARE?!

http://www.halleysamsung.com/

venerdì 10 luglio 2009

[esami] Verso Arcavacata

riflessione....


La musica entra nella pelle, lascia posto alla voglia di rapportarci con gli altri, con le cose, con le emozioni, con il mondo!!!



La musica è una poesia che ci "accompagna" in ogni luogo che andiamo: nei bar, in casa, in un ristorante, in macchina, in palestra e ci permette anche di isolarci da una situazione che non ci piace!
Fare musica è un'arte, un'arte senza spazio tempo...
La musica è un'amica nella quale confidiamo, nella quale cerchiamo sostegno e nella quale ci immedesimiamo!!!
Perchè no??!!
Dietro la musica e dietro tutto ciò che essa rappresenta possimo nasconderci perchè non ancora capaci di recepire quello che forse direttamente dobbiamo ViVere!



Maria Laura.

giovedì 9 luglio 2009



LA CONSOLLE

Step 3: il mixer

Abbiamo parlato degli "strumenti" attraverso i quali i brani, oppure il "sound", per utilizzare un'espressione molto cara a noi dj, viene riprodotto. Ma non abbiamo ancora citato uno strumento indispensabile per fare sì che il suono venga incanalato e possa essere reso ascoltabile attraverso l'ausilio successivo di monitor e diffusori acustiti comunemente chiamati casse, di cui parlerò, ovviamente, nei post successivi.


Stiamo parlando del mixer che, come già accennato poc'anzi, è utile per mixare i suoni audio e smistarli su vari canali.
I mixer si differenziano gli uni dagli altri per diverse caratteristiche: le più importanti di queste sono senza dubbio la sensibilità dei controlli e il numero dei canali.
E' ovvio che i mixer da regia hanno un numero molto più alto di canali rispetto ad un mixer per dj!Questi, infatti, generalmente non superano mai gli 8 canali, dato il minor numero di periferiche che devono essere ad esso collegate.



Cosa possiamo collegare ad un mixer?
Semplice: microfoni, lettori CD, piatti, ma anche amplificatori e strumenti musicali (soprattutto nel caso dei mixer da studio o da regia, che arrivano anche a 64 canali). Anche il tipo di cavi utilizzati può cambiare da una periferica all'altra: il cannon (a bassa impedenza) viene utilizzato solitamente per i microfoni, il jack (ad alta impedenza) è tipico degli amplificatori o delle tastiere, i cavi RCA sono quelli dei piatti o dei CDJ.


Come sempre, non posso lasciarvi senza avervi fornito alcuni esempi di mixer ed alcuni consigli per gli acquisti.


I marchi leader nel settore, per quel che riguarda i mixer per dj, sono tantissimi: Ecler, Vestax, Behringer, Gemini, Stanton e così via.


Ad ogni modo, a mio parere, sono 2 quelli che spazzano via ogni tipo di concorrenza: Pioneer ed Allen & Heath.


DJM 400: questo è il nome del mio mixer che utilizzo ancora oggi durante le mie serate. Un modello solido ed indistruttibile; del resto, Pioneer vuol dire garanzia in questo settore! 2 canali + 2 ingressi microfono, effetti beat digitali e possibilità di registrare brevi campioni in loop! Il minimo rispetto ad altri modelli più sofisticati, ma anche l'indispensabile per chi suona in piccoli locali ed ha bisogno di uno strumento affidabile e sicuro.



Pioneer offre anche il famigerato DJM 600, 4 canali così come il DJM 800, il quale però è dotato di una funzione rivoluzionaria: il riconoscimento digitale dei
canali!!!



Ma passiamo ad Allen & Heath: questo marchio specializzato esclusivamente nelle produzioni di mixers e solitamente orientato a chi occupa consolle di un certo rilievo, ma nonostante ciò sforna anche modelli "piccoli" come l'X-One 22. La serie X-One è passata alla storia ormai: non mi dilungo molto sull'enorme gamma di modelli, ma cito solamente i 2 cavalli di razza della serie: l'X-One-62 e l' X-One 92. Il primo, stupendo mixer 6 canali, votato come miglior "club installation mixer" per 3 anni consecutivi, il secondo, 4 canali più 2 ingressi microfono, affidabile come pochi elementi nel settore.


In sintesi, il mio consiglio è basato sulla
"caratura" del dj: se siete ragazzi che hanno voglia di iniziare e hanno pochi piccioli da parte, potete optare anche per una marca di un livello leggermente inferiore, come la Behringer o la Vestax, che offrono modelli "tranquilli", come il DJX 700 Behringer, che non è niente male e si trova a prezzi accessibili.
Se siete dei TOP DJ'S, allora non potete far altro che optare per un Pioneer o un Allen & Heath, tenendo sempre presente le esigenze vostre e delle consolle che vi ospiteranno!!





giovedì 2 luglio 2009


La Consolle
Step 2: il "piatto"






E dopo il CDJ il piatto. Ho voluto iniziare con il moderno per poi fare un passo indietro verso l' "antico", che però non scomparirà mai dalle menti dei puristi e non, proprio perchè tante volte i veri disc-jockey sono considerati proprio quelli che hanno cominciato con i cari, vecchi "giradischi" oppure quelli che li utilizzano ancora, nonostante l'enorme dispendio di risorse economiche per procurarsi i dischi in vinile. Chi può permetterselo, lo fa con grande felicità.

Il piatto, dicevamo: questo pioniere delle piste da ballo ha fondamentalmente 2 tipi di trazione -
la trazione a cinghia o belt drive, tuttora in uso nei migliori apparecchi, e la trazione diretta, che consiste nel far girare il piatto collegando direttamente il motore al suo albero.



Leader nel settore, inutile dirlo, ancora una volta la
Technics. SL-BD 22 è il nome del primo modello a cinghia che ho avuto l'onore di manovrare. Modello molto datato, ma indistruttibile e di ottima qualità riproduttiva.





Ora ecco SL-1200: lo standard del piatto by Technics. Quasi 4 milioni di pezzi venduti dalla sua uscita, un must per tutti i dj. Chiunque si è lanciato in questo settore ha sicuramente preso confidenza con un oggetto del genere!!! I 1200 sono considerati i giradischi più affidabili in assoluto e alcuni modelli degli anni 70 vengono utilizzati ancora oggi!!





Sarà pur vero che l'evoluzione ha portato a una svalutazione del ruolo del piatto ma...datemi retta...la libidine che si prova a suonare con i giradischi non si prova con i lettori CD. E' come vivere il pezzo in una maniera diversa, come essere su un altro pianeta, davvero!!Il fatto stesso di poter toccare il supporto audio con mano lo testimonia. E poi, come dice un vecchio detto: il primo amore...non si scorda mai!!!!



mercoledì 1 luglio 2009




LA CONSOLLE
STEP 1: IL CDJ






A
mici del sound,


come promesso vi parlerò, nei prossimi post a partire da questo, di ogni componente della consolle per dj nella fattispecie.
Non mi atterrò ad alcun ordine di importanza, dato che comunque non ne esiste uno, in quanto ogni pezzo da utilizzare è essenziale per permettere ad un DJ di passare della musica.

Il primo componente di cui vi parlerò è il CDJ.

Come facilmente intuibile dalle iniziali, CDJ è una contrazione derivata dai termini compact disc e disc-jockey. L'utilizzo del lettore cd per dj ha sostituito gradualmente quello dei piatti (a cui dedicherò un ampio spazio successivamente) per diversi motivi: tra questi, la diffusione del formato mp3 e, di conseguenza, l'inutilità (da molti considerata tale) di spendere centinaia di euro al mese per assicurarsi i dischi in vinile, quando con una semplice connessione internet puoi avere tutta la musica del mondo.

Le funzioni grazie alle quali un CDJ differisce da un comune lettore CD sono molteplici, ma tra le più importanti possiamo ricordare:

- il BPM Counter, utile per leggere la velocità di esecuzione del brano in termini di battiti per minuto;

- il Pitch Control, che regola la velocità del brano rallentandolo o accelerandolo;

- la Jog Wheel, con cui si è in grado di realizzare con le dita un qualcosa di simile a ciò che era possibile fare toccando con piccoli colpetti di dita il disco sul piatto, accelerandone o rallentandone leggermente l'andatura. Oltre a questo, tramite la jog wheel ed alcune funzioni di effetto interne allo stesso CDJ, è possibile riprodurre effetti sonori per modificare l'esecuzione del disco;

- il Master Tempo, che permette di mantenere invariata la tonalità del disco nonostante l'accelerazione o il rallentamento di esso.

Questo per quanto riguarda una descrizione tecnica del CDJ. Ora veniamo ai consigli per gli acquisti. Sì, perchè se a qualche pazzo tra voi venisse in mente di farsi la consolle, almeno gli dò qualche dritta.



Io ho iniziato con un paio di OMNITRONIC CDT-300, un modello che definire basilare sarebbe fargli un complimento. Senza effetti, a malapena avevano la jog wheel. Ma costavano un nonnulla e, siccome ero povero come un venditore di carne di maiale in Arabia, me li sono comprati.





Successivamente, ho acquistato un paio di Pioneer CDJ 100s. Questi sono il modello basilare della Pioneer; hanno pochissimi effetti, non hanno il loop (ripetitore di battute) come i modelli più evoluti, ma non si fanno niente nemmeno se li lanci dal sesto piano di un palazzo.






Ora, vi faccio vedere quelli che vorrei acquistare a breve. I Pioneer CDJ-400.


Gli ultimi nati di casa Pioneer sono il fiore all'occhiello della tecnologia per dj: hanno veramente di tutto. Effetti nuovi, diverso sistema di loop ma soprattutto, cosa molto importante, la possibilità di inserire dispositivi di massa tramite ingressi USB. Basterebbe una penna da 4 GB per eliminare addirittura la cara, vecchia, valigia dei dischi.




I 100s e i 400 sono soltanto due dei modelli che la Pioneer offre. Vi sono anche modelli differentemente dotati a seconda delle funzioni, come i CDJ-200, i CDJ-800 e i CDJ-1000. Per tutte le schede tecniche, collegatevi qui.





L'unico modello non-Pioneer molto competitivo sul mercato e molto proficuo dal punto di vista delle prestazioni è il Technics SL-DZ 1200 (la seconda immagine che ho inserito), costruito con un design molto sobrio che ricorda i piatti della stessa casa produttrice. Un oggetto, quindi, che garantisce la massima professionalità.


In sintesi, se volete darmi retta, comprate Pioneer, a seconda delle vostre esigenze ed anche, perchè no, della vostra abilità. Se proprio il marchio Pioneer non lo digerite, comprate gli SL-DZ 1200 della Technics. Ma non fatevi problemi di prezzo: vale la pena spenderli i soldi, perchè una volta che fate un acquisto del genere, vi deve durare negli anni. Deve essere un investimento a lungo termine, altrimenti sarete costretti a continue riparazioni o, peggio ancora, rischiate di rimanere "a piedi" nel bel mezzo di una serata. Modelli come i Pioneer o i Technics, fidatevi di chi ha un pò di esperienza in questo settore, non vi abbandoneranno mai.